Come gestire l’acufene: sintomi, diagnosi e terapie efficaci

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4 Agosto 2020

Come riconoscerlo

L’acufene, anche noto come tinnito, è un disturbo uditivo caratterizzato da un fastidioso rumore auricolare che può influire sulla qualità della vita.

Fischi, ronzii, fruscii, sibili…immaginate di sentire questi fastidiosi suoni apparentemente senza un motivo e senza che siano stati prodotti da nessun agente esterno, a qualsiasi ora del giorno o della notte. Un incubo che risponde al nome di acufene (dal greco) o tinniti (dal latino) e che, purtroppo, si stima colpisca, almeno una volta nella vita, circa il 10% della popolazione italiana (fonte: Ministero della Salute) e il 5 – 20% di quella europea.

In questo articolo, esamineremo i sintomi, le cause, la diagnosi e le terapie per l’acufene.

Sintomi dell’acufene:

L’acufene può presentarsi in diverse forme, tra cui ronzio, fruscio, fischio, sibilo o suono pulsante. I sintomi possono variare in intensità e frequenza e possono essere temporanei o permanenti. Spesso, l’acufene è associato a problemi uditivi, come difficoltà nell’ascolto di suoni a bassa frequenza.

L’ acufene è definibile come un disturbo uditivo che si manifesta come una sensazione acustica, in alcuni casi particolarmente fastidiosa, avvertita anche se nessuna sorgente esterna l’abbia generata.
Può interessare un solo orecchio o entrambi ed è stato classificato come:

oggettivo: molto raro, associato ad un rumore fisico che raggiunge l’orecchio sia della persona interessata sia di un esaminatore esterno.
soggettivo: quello più comune, non associato ad alcun rumore fisico e percepito unicamente dalla persona interessata, solitamente è causato da una eccessiva esposizione ai rumori. Questo tipo di acufene può manifestarsi all’improvviso e durare fino a tre/dodici mesi e, in alcuni casi, anche oltre.
neurologico: causato da una condizione nota come “Sindrome di Ménière” che può colpire il sistema nervoso. In questo caso, l’acufene è spesso accompagnato da vertigini, capogiri e problemi di equilibrio.
somatico: causato, peggiorato o associato al sistema sensoriale. I segnali sensoriali derivanti da varie parti del corpo vengono interrotti, causando una contrazione involontaria o spasmo che produce poi l’acufene.

A seconda della durata, può essere di tipo:

acuto: quando persiste fino a tre mesi
subacuto: quando persiste fino a sei mesi
cronico: quando persiste da più di sei mesi

Cause dell’ acufene:

Le cause dell’acufene possono essere molteplici, tra cui esposizione a rumori forti, infezioni dell’orecchio, traumi cranici, problemi di circolazione sanguigna, uso di alcuni farmaci o sostanze come l’alcol e il tabacco. In alcuni casi, l’acufene può essere associato a patologie dell’orecchio, come la Sindrome di Ménière o la presenza di un tumore.

Le cause dell’acufene possono essere molteplici.

Sebbene per questo disturbo non siano definibili cause univoche, valide per tutti, è stato accertato come possa legarsi ad alcuni eventi quali deficit uditivi preesistenti o comparsi con l’avanzare dell’età, intossicazione farmacologica, esposizione prolungata a fonti sonore dannose (superiori a 85 decibel).

E’ stata anche accertata l’influenza dei seguenti fattori sull’incidenza dell’acufene:

– presenza di tappi di cerume nell’orecchio
– In alcuni casi, l’acufene può essere associato a patologie dell’orecchio, come la Sindrome di Ménière (una condizione cronica dell’orecchio interno, che causa vertigini, perdita dell’udito e ronzio)
– neurinoma acustico (tumore benigno del nervo cronico, che va dal cervello all’orecchio interno e controlla l’equilibrio e l’udito)
– Alcol e tabagismo
– sbalzi di pressione (immersioni subacquee o paracadutismo)

Diagnosi dell’acufene

La diagnosi dell’acufene prevede una valutazione dell’anamnesi del paziente, un esame dell’udito e, in alcuni casi, esami di imaging come la risonanza magnetica o la tomografia computerizzata. È importante escludere altre patologie dell’orecchio o del sistema nervoso che potrebbero causare sintomi simili.

Trattandosi di un fenomeno soggettivo, è molto difficile misurarlo oggettivamente con test diagnostici, pertanto, per la diagnosi, lo specialista (otorinolaringoiatra, audiologo o neurofisiologo) si deve affidare ai racconti dei pazienti, uniti ad alcuni test, come l’esame dell’udito o la risonanza magnetica.

Gli esami oggettivi, perlopiù, vengono effettuati per escludere o identificare altri disturbi o cause specifiche che possono aver portato alla comparsa di un acufene (patologie dell’orecchio medio o tumore benigno che colpisce nervi sacrali e spinali).

Il metodo diagnostico più specifico finora adottato è stato messo a punto dal dr. Berthold Langguth insieme al suo team dell’ Università di Ratisbona (Germania) e prevede:

– una indagine completa della storia clinica del paziente, valutando sia il suo stato di salute sia il suo benessere psicologico
– rilevamento di fattori legati alla patologie, come la comparsa, la durata, la localizzazione, il volume e il tono
– l’impiego di strumenti, quali questionari standardizzati e validati, per valutare la severità dell’acufene e per stabilire quanto questo risulti invalidante per il paziente. Il più utilizzato ed esaustivo è il Tinnitus Handicap Inventory.

Terapie per l’acufene

Una volta diagnosticato con certezza e indagate le possibili cause dell’acufene con l’aiuto di un professionista, si può cercare un rimedio che miri soprattutto ad alleviare il disturbo, spesso invalidante, generato.

Non esiste una cura definitiva per l’acufene, ma esistono diverse terapie che possono aiutare a ridurre i sintomi e migliorare la qualità della vita del paziente. Tra queste, ci sono terapie sonore, terapie cognitive e comportamentali, farmaci e interventi chirurgici. La scelta della terapia dipende dalle cause e dalla gravità dell’acufene.

Per la peculiarità e soggettività di questo problema, l’approccio di cura dovrà essere necessariamente multidisciplinare, unendo più tecniche quali:

terapie cognitivo-comportamentali (CBT) per aiutare il paziente ad adattarsi e saper gestire il proprio disturbo attraverso tecniche di rilassamento, mindfulness, controllo dell’attenzione per migliorare attivamente la qualità della vita. In alcuni casi sono indicate anche la psicoterapia e l’ipnosi per ridurre gli stati ansiosi
terapia del suono: tramite generatori di rumori indossabili, come cuscini sonori, sveglie sonore o mascheratori ambientali di vario genere e riproduttori di segnali registrati per “camuffare” l’acufene
impianto di apparecchi acustici: usati soprattutto nei pazienti affetti contemporaneamente da acufene a basse frequenze e perdita dell’udito
impianto di apparecchi cocleari: l’80% dei pazienti affetti da perdita dell’udito ad entrambe le orecchie sono affetti anche da acufene. Nei pazienti in cui non si riesce ad ottenere il risultato sperato mediante gli apparecchi acustici, si ricorre agli impianti cocleari, ovvero orecchie artificiali elettroniche in grado di ripristinare l’udito in persone del tutto sorde.

L’impianto di apparecchi cocleari migliora o elimina l’acufene nella grande maggioranza dei casi, ma la validità di questo sussiste purtroppo solo per questo specifico gruppo di pazienti.

In tempi recenti, poi, l’istituto Superiore di Sanità (ISS) ha indicato come efficace la neuro modulazione mediante stimolazione magnetica transcranica (TMS), una terapia indolore e non invasiva che si serve di campi magnetici per stimolare determinate aree del cervello.

La Fitoterapia per curare l’acufene

Diverse sono le piante che possono dare un supporto in caso di acufeni.

La prima è il Ginkgo Biloba: il termine “ginkgo” deriva dal giapponese Yin-kuo, che significa albicocca d’oro; biloba si riferisce alla forma della foglia, più o meno bilobata.

Usato da millenni per frenare le conseguenze dell’invecchiamento, ha documentati effetti utili per contrastare i deficit della circolazione arteriosa e i danni da radicali liberi a livello encefalico, fattori da molti considerati fra le cause più importanti all’origine degli acufeni come pure delle vertigini.

Se ne consiglia l’uso in estratto secco al dosaggio di 300 mg per due volte al giorno dopo i pasti. Non si assume mai in associazione all’aspirina , per i potenziali rischi di sanguinamento.

Il ribes nigrum, piccolo arbusto profumato, dalle cui gemme si estrae un potente rimedio antinfiammatorio e antiallergico, con azione paragonabile al cortisone e migliora la circolazione del microcircolo.

La Boswellia serrata, o pianta dell’incenso, è una pianta di derivazione indiana con una intensa azione antinfiammatoria.